martedì 18 giugno 2013

PROTAGONISTI DI UNA POLITICA PER IL BENE COMUNE


 
“Metterci Passione”  non nutre alcun disegno di attentato o di complotto contro l’Amministrazione di centrosinistra. Questa è la nostra Amministrazione che abbiamo fortemente voluto e fatto votare. Un’Amministrazione che ha ottenuto un largo consenso e che vede impegnati uomini del PD democraticamente eletti e che riscuotono la fiducia di un elettorato che richiedeva forti e sensibili cambiamenti nella gestione della cosa pubblica.
Non abbiamo alcuna intenzione di proporre modifiche all’assetto istituzionale della compagine amministrativa, ma sentiamo sempre più che il Paese si allontana dalla sua classe politica chiamata a gestire la città e fiduciosa di pratiche di gestione innovative e partecipate. Non possiamo assistere indifferenti alle falle che si aprono ed a pratiche di governo che fino a ieri abbiamo criticato. Ce lo impedisce il nostro modo di fare politica , la nostra formazione e la nostra lealtà nei confronti degli amici in prima linea. Per questo vanno rivisti alcuni ruoli e vanno assicurate alcune visibilità. Ci battiamo per un’Amministrazione più efficace e feconda che sappia dialogare con il Paese ed in modo particolare con i partiti e le formazioni che la sostengono.
Auspichiamo un PD capace di interpretare i bisogni della collettività e che sia sale e fermento di questa Amministrazione. Un partito che sia guida ed ispirazione di cambiamenti, che si faccia promotore di rinnovamento di uomini e di metodi.
Tornare ad essere protagonisti di una giusta politica per il bene comune. Per questo è necessario un rinnovato impegno per superare la fase di delusione se non addirittura di ostilità dei cittadini nei confronti della politica. La politica intesa come attività fondamentale per la convivenza umana, il luogo delle decisioni che riguardano la collettività, dove possono essere difese le ragioni dell’equità e della giustizia, dove si possono affermare, attuare e difendere i principi dell’uguaglianza e della solidarietà.
Siamo consapevoli che la nostra partecipazione alla vita politica della città non può esaurirsi nel solo esercizio del diritto di voto. Siamo consapevoli che vanno valorizzate nuove forme di partecipazione alla vita della città, capaci di generare corresponsabilità, cittadinanza attiva e senso civico diffuso. Di tanto i nostri responsabili politici ed amministrativi devono farsi carico ed essere promotori, incentivando i canali di partecipazione e non ostacolando i tentativi di apertura al dibattito.
Ci batteremo con tutte le nostre forze affinché il PD continui ad essere il partito di tutti e per tutti, senza padroni, dove è possibile discutere e dissentire senza alcuna pretesa di egemonia da parte di qualcuno. Liberi dentro e fuori!
Don Lorenzo Milani diceva: “ Non dobbiamo aver paura di sporcarci le mani. A che servirà averle pulite, se le avremo tenute in tasca?”.
                                              Metterci passione
 
 

mercoledì 12 giugno 2013

Quei “ragazzacci” di “Metterci passione”

Son proprio strani quei "ragazzacci" di "Metterci passione"!
Oddio, in verità, ragazzi non lo sono più da tempo, ormai. C’è chi ha superato abbondantemente i 60 anni, alcuni hanno varcato la soglia dei 50 e altri, da tempo quarantenni, si preparano a varcarla fra non molto.
Eppure rimangono "ragazzi", con tutte le caratteristiche tipiche dei ragazzi…
Sono sognatori…, visionari…, romantici…, dieci Don Chisciotte, perdutamente innamorati del proprio Paese…
Vivono la politica illudendosi di poterla cambiare, di poter innovare, di poter sbandierare il fazzoletto del loro Partito, quello che sventolato con le maniere giuste non solo si gonfia, spinto dal vento dell’appartenenza, ma gonfia, orgogliosamente, anche le vene del collo di chi lo ostenta, in quanto presentato quale simbolo di un Partito nuovo, diverso, partecipato, autenticamente "Democratico", immagine indiscussa della propria aspirazione morale e sociale, ossia quella di fare politica liberamente nella propria città, fra la gente e con la gente. Senza paraventi, senza paracadute, senza protezione e senza santi di alcun genere.
Per questa ragione - e per altre - i dieci Don Chisciotte, i dieci "hidalgos", hanno deciso di mettersi insieme, di costituirsi in movimento di pressione, di stimolo, di suggerimento, di proposta.
Ma quei "ragazzacci", evidentemente, hanno pestato anche qualche callo. Non si spiega diversamente la reazione di molti "Mulini a vento", che hanno iniziato ad agitare freneticamente le loro pale, come nel famoso romanzo di Cervantes, dove il Mulino a vento di Don Chisciotte altro non era che un ipotetico gigante con lunghe braccia o un Drago, da abbattere, da sconfiggere, da umiliare, sia per difendere il ruolo nobiliare del cavaliere sia per dimostrare l’infinito amore nei confronti della sua amata Dulcinea.
Qui, invece, a Polignano, i mulini a vento si agitano in difesa del nulla…, perché nessun Don Chisciotte si è scagliato, lancia in resta, contro falsi draghi. I dieci Don Chisciotte hanno preteso solo maggior democrazia, maggior partecipazione, maggior collegialità, maggior programmazione, maggior visibilità, maggior contatto con la base elettorale, maggior informazione. Altro che abbattere i Mulini a vento!...
Ma al pronunciare delle richieste il Grande Mulino, quello da cui, a cascata, dipendono tutti gli altri mulini a vento, ha cominciato a far roteare forsennatamente le sue pale, in difesa di non si sa cosa…
Come il vecchio Drago di Cervantes ha lanciato lingue di fuoco e di fiamme, gettando sui dieci ragazzacci, alias Don Chisciotte di paese, calunnie e diffamazioni degne di altri tempi e di altri modi di far politica.
Ma la stranezza del caso non sta nella esagerata agitazione del Grande Mulino, nelle lingue di fuoco del Drago, nelle cosiddette "male lingue…" scaraventate sulla pelle di quasi tutti i Don Chisciotte, ma nel silenzio, nella compostezza, nel restare al loro posto dei "ragazzacci", indifferenti, incuranti,
quasi impassibili rispetto alle lingue di fuoco. A loro non interessa rispondere alle accuse infamanti. Interessa, invece, il Bene del loro Paese. E su questo principio non intendono retrocedere nemmeno di un centimetro, a dispetto delle meschinità ricevute.
Non si sa da chi (…o forse si sa molto bene…) gli stessi "ragazzacci" sono stati tacciati di pretendere posti e ruoli diversi, nonostante la presenza dei sessantenni, dei cinquantenni e degli altri, i quali, è noto, sono già al top della loro personale sistemazione. Tutti, indistintamente, sono stati indicati come tanti "sciascioun", tanti soggetti a digiuno, tanti personaggi affamati.
Forse hanno ragione il Grande Mulino e i suoi satelliti: i dieci Don Chisciotte hanno effettivamente fame!
Hanno fame di elevare la politica del loro Partito, di migliorare, laddove è possibile, la qualità della vita dei loro concittadini, di sollevare la credibilità della maggioranza di centrosinistra che governa il Paese, di confrontarsi sui mille problemi che stringono in una morsa fastidiosa e improduttiva lo sviluppo della comunità e allontana i giovani dalla politica, spingendoli, giorno dopo giorno, sulla strada della incomunicabilità e del disinteresse civile.
Questa è la vera fame, il vero desiderio dei dieci "ragazzacci" di "Metterci Passione", dei dieci piccoli Don Chisciotte, dei dieci visionari della politica senza spadoni e senza lunghe lance in resta.
Per fortuna, anche i Mulini a vento, quelli veri, talvolta, escono dai racconti romanzati, smettono di agitare le loro pale e riprendono a macinare solo il grano, quello da ridurre in farina per il Paese.
I "ragazzacci" se lo augurano.
Loro, nel frattempo, per quanto li riguarda, continueranno imperterriti a mettere in campo solo la loro ingombrante Passione.

Metterci passione